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venerdì 28 agosto 2020

2020.raccolta FRIENDS

 


 

E state

 

in completo relax ,

al sole ,in spiaggia

o sui monti verdeggianti;

e state

sereni in vacanza,

con gli amici

o soli in una stanza.

Non pensate

al rientro a casa ,

al lavoro,alle noie.

Non pensate ,

vivete il mondo

e gustatene le gioie.

E' estate.

 

 

Cacciar la chimera.

 

Quanta allegria qualche decennio fa...

la nostalgia tanto dolore mi da.

Avevo tutto e non apprezzavo nulla...

ora molto è distrutto nella vita buia.

Attendo di giorno richiami sereni,

confusi nel sonno tornano i veleni.

Attendo con voi inattese gioie

arrivano poi puntuali le noie.

Che dire allora?

Che ne so!

Non sarà tra un'ora, ma rivivrò!

Che dirvi oltre,

questa sera?

Domani si riparte

a cacciar la chimera.

 

 

Paese

 

Paesello lontano

mi hai tenuta per mano,

ti lasciai un giorno

e mai feci ritorno.

Ti spio talvolta

con gli occhi di altri,

rimango assorta

senza pensieri scaltri.

Ma svanisce presto

nella neve l'armonia,

ritorna prepotente

il dolore della nostalgia.

Quando la sento

si ferma il respiro,

paesello, intanto

in fondo t'ammiro.

Sei forte nella rocca

aspetti forse il giorno,

che mentre neve fiocca

un dì faccia ritorno.

Sai bene tu davvero,

nel silenzio bianco,

che non trovo il sentiero

e forse ti manco.

E' solo un'illusione :

vai per la tua strada,

chi ti lascia ha timore

ma nel mondo impara.

Impara ad ascoltare ,

forse a capire,

rapito ti sta a guardare,

poi riprende a salire.

 

 

 

 

 

 

 

Quando a novembre

 

Quando a novembre al mattino

Un pallido raggio di sole,

tra le case fa capolino ,

e sento un brivido improvviso ,

il guair di un cagnolino

e una goccia sul mio viso,

il rombo dei tuoni vicino,

che annuncia la pioggia

e riempie il catino,

dimenticato e già colmo

di foglie rubino

portate dal vento,

allora io penso :primo,

che il gelo si appresta

e accender vorrei il camino;

secondo ,vorrei fermare

e amare un pochino

questa marcilenta stagione,

che, pur ponendo un lumicino,
il seme spande sulla terra

perché il fior tremolino
riviva per contro e ancora

secondo il disegno di Dio.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Buongiorno

 

La dolcezza del mattino

La freschezza che ti solletica

La sensazione di pace e

L’aprire gli occhi al giorno.

La calura estiva incombe

E la sua espressione peggiore ,

Il sentirsi soffocar dall’afa,

trovano ristoro prima di mezzogiorno.

Sono questi primi momenti

Del giorno i più gradevoli

Sulla pelle e nel cuore

Adoro comunque il prepotente sole.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ombre

Quasi quasi mi consolo

Vedo voi cuccioli gioiosi

Ansimando correre e scherzare

Vorrei inseguirvi e con voi saltellare

Con la speranza che uno solo dei miei ricordi

Riviva

Al sentire il fruscio dei campanelli

Che hanno accompagnato

Tanti momenti festosi e belli.

Un sorriso mi strappate

Per cotanta tenerezza

Un pensiero mi suscitate

Per il tempo la vaghezza.

Guardo voi e poi comprendo

Il passato non può tornare

Con coraggio le ombre coprendo

Ritorno al sereno e ad amare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sogno estivo

Corri al mattino

Spensierato e piccolino

Là nel prato una farfalla

S’è posata sulla spalla

Ti trattiene un attimo il respiro

E nel cuore ti senti vivo.

Non sapevi bastasse così poco

Per sentirsi di nuovo in gioco.

Così un simpatico esserino

Lieve, variopinto e complice

Ti ha donato un buon mattino

E alla vita una risposta semplice.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

India

 

Infiniti e variopinti frutti

Sollecitano le narici

Coi profumi e il pregustare

Nelle papille il sapore.

Sempre tanto generosa

Offri a chi ti osserva

Trepidante e fantasiosa.

I tuoi figli grati

Spiritualmente ti rendono omaggio

In ascolto con rispetto rapiti

Dal racconto del vecchio saggio.

Ecco allora che gli aromi

Si confondono col sentire

Tutto in uno grande e bello

Armonioso quadro col fratello.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dolore

Il cuore strappato alla madre

Le radici rubate alla prole

Le voci sentite nel cuore

Nelle notti di straziante dolore.

Nessuno ha tanto potere

Di far straripare nel pianto

L’urlo del bimbo che nega

Accumulo di denaro tanto.

Qualcuno dovrà pur fermare

L’orribile infamia inflitta

E almeno giustizia ridare

Alla famiglia sconfitta.

Centomila lo urlano al vento

Basiti da tanta perfidia

Non giunge l’eco al tormento

Scandalizza il silenzio dei media.

Quei giorni trascorsi a soffrire

Non si possono cancellare

Ma gli autori devono patire

Il dolore li deve annientare.

Sarebbe opportuno parlare

E sempre sul nascer troncare

I mostruosi piani scoperti

Ai danni dei poveri inerti.

Il cuore strappato alla madre

L’amore rubato alla prole

Grida giustizia al Padre

Che sia sconfitto il dolore.

 

 

Asia

Il tuo nome evoca immensi altopiani

Lunghe ,   storiche  e maestose muraglie

Luoghi di millenarie culture

E preda di innumerevoli schermaglie.

Ma tu , piccola e indifesa

Ti rannicchi nei tuoi sentori,

non ti importa se ti sei arresa

e nemmeno che accade fuori.

Talvolta la vita ti assale

E mostri al sole la pelle

Quel raro ricorso riappare

Del passato tuo ribelle.

Eppure ricordo con quale amore

La tua mamma ed io

Ammiravamo il tuo splendore

Ma in te vince l’oblìo.

Forse nel tuo tenero cuore

Ripensi alla madre svanita

Non basta che io ti consoli

Ricerchi la vita sfuggita.

Ed ora sotto la calda coltre

Attendi una mano amica

Ma non credi che aprire le porte

Possa cambiar la tua sorte.

 

 

 

 

 

 

Milù

Grigia la giornata del tuo venire

E grigia la veste tigrata

Ma caldo e tenero lo sguardo

Piccola pelosa amata!

Non hai voluto crescere

O forse qualcosa lo impedisce

Minuscola tra i tuoi simili

Che loro cure gradisce.

Costante e discreta la presenza

Non imponi il tuo voler

E il tuo strusciare lieve

Rivela la tua essenza.

Sei dolce e pensierosa

Attenta e premurosa

Adoro il tuo ronfare

Che pace mi sa dare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Pedro

Caro il mio gigante buono

Bianco, maculato, col muso

A simmetria nel mezzo solcato,

la tua allegria dirompente

stimolante e contagiosa

la giornata rompe

da decorrenza silenziosa.

Spesso riveli il tuo animo gentile

Cedi i passo e il posto

E se indugio traspare

Sei dolcezza a non finire.

Coinvolgi sempre nel tuo energico gioco

Sei spesso fonte di gioia

Caro il mio diplodoco!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il vento

Il vento che trasporta

Il tuo sogno lontano

Mentre ancora oscilla l’ombrellone

Ti solletica piano.

Vorresti urlare per il tempo perso

O per le imminenti nuove

Ma come una pietra, sulla riva

Del fiume, continua inerte

A fissare il cielo terso.

Le tue passioni relegate nei casssetti

Fremono in attesa di un sibilo,

una brezza pur leggera

che sprigioni voli inespressi.

Sdraiata sulle promesse

Di una chiara risoluzione

Continui ad osservare quel treno

Fermo alla stazione.

La scia del vento e delle cose

Impotenti e abbandonate,

sussurran parole lontane e lamentose

da troppo tempo trascinate.

 

 

 

 

 

Acqua.

Ho sognato te piccina

Che correvi una mattina

A piedi scalzi sul pavimento

Freddo e liscio da spavento.

Alla finestra accostata

A meraviglia chiamata

Da quei soffici svolazzanti fiocchi

Vera delizia per gli occhi.

Ancora oggi rimane l’emozione

Calma ed estasiante la visione

Scalda il cuore quel bianco

E ne affiora il rimpianto.

Acqua. Sei  acqua.

Siamo dipendenti da te

Per la sete e il caffè

Per il bagno e la cucina

Indispensabile sera e mattina.

Ogni cuore ti cerca sempre

Animale o vegetale

Che se non ne riempi il ventre

Sicuramente starà male.

Quanto dai a tutti quanti

Quanto viaggi per soddisfare

Forse tutti non ti sanno rispettare

Dovrebbero trattarti coi guanti.

Senza te la vita muore

Nulla riesce a campare

Anche se solo per diletto al mare

Non si può stare solo al sole.

 

 

Bianco

Nel bianco lasci un segno

Un sogno, un disegno,

urli al mondo senza ritegno

che la tua sorte offri in pegno.

 

Basterebbe un timido sole giallo,

con l’invidia di chi si contenta

avulso come pietra che non senta

a rimuoverti dal mortale stallo.

 

Ma quella soffice schiuma bianca

Che si infrange sulla sabbia inerme

Altro non produce che stanca

Che le vele mantiene ferme.

 

Altro attende il mondo sofferente

Depredato. Offeso e dimenticato

alle grandi parole al vento sordo

che inesorabilmente portano al niente.

 

 

 

 

 

 

 

 

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